Remake the Globe: non per noi ma per tutt*

Domenica 18 aprile si è tenuta al Global Theatre occupato di Roma un’assemblea molto partecipata delle lavoratrici e lavoratori del mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura.

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Delegazioni provenienti da ogni parte d’Italia hanno si sono confrontate per molte ore sulle tematiche che da oltre un anno scandiscono mobilitazioni e vertenze di un settore che vive una precarietà strutturale e che dalla politica ha ricevuto solo promesse non mantenute.

Un settore spesso bistrattato dal sindacalismo tradizionale, che in questi mesi è riuscito a ottenere visibilità e impatto grazie all’autorganizzazione e a strumenti come la rete intersindacale RISP, diventata imprescindibile per rappresentare soggetti invisibili all’interno degli spazi istituzionali e negli ambiti vertenziali.

Negli ultimi mesi, complice l’aggravamento della situazione sociale nel Paese, la lotta del mondo dello spettacolo è cresciuta di tono: prima la mobilitazione nazionale del 23 febbraio, scelta nel giorno simbolico del primo caso di Covid-19 scoperto in Italia, poi l’occupazione dei teatri (prima il Verdi di Padova e, a seguire, il Mercadante di Napoli, il Piccolo di Milano e proprio il Globe di Roma), poi le piazze del 26 e 27 marzo che per la prima volta hanno visto diversi settori lavorativi incrociare le braccia all’unisono.

“Non per noi, ma per tutt*”, slogan più volte utilizzato nelle lotte dei riders, è affisso con orgoglio anche al Globe occupato.

Sono parole che indicano che l’unica strada possibile per ambire a un’emancipazione collettiva è quella della convergenza delle lotte, attorno a capisaldi come reddito universale, riconquista dei diritti, garanzie sanitarie e redistribuzione della ricchezza socialmente prodotta. Ed è stato questo il leitmotiv dei tanti interventi che si sono succeduti in assemblea, ai quali si aggiunge il tavolo con i Ministri Orlando e Franceschini del prossimo 22 aprile, che sarà accompagnato da mobilitazioni in ogni territorio.

Obiettivo del tavolo è quello di intraprendere un percorso che miri alla totale riforma del settore, che la pandemia ha reso necessaria e dirimente. «Siamo ben consapevoli che questa data sfrattata al ministero dalla Rete» si legge in un comunicato stampa «non è che l’inizio di un dialogo reale sui temi che ci riguardano, di chi andranno verificati di volta in volta i contenuti.

In questo podcast, Anna Maria Bruni ha raccolto voci e pensieri di una giornata ricca di passione e speranza per il futuro.