TRANSFEMMINONDA 4.11 La Turchia nell’incubo dittatoriale

L’arma della repressione del regime di Erdoğan contro diritti e opposizioni

La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul. I funzionari governativi hanno preso di mira le persone LGTBQIPAK+ . La libertà di riunione e manifestazione è stata gravemente limitata. Una nuova legge ha ristretto indebitamente la libertà di associazione per le organizzazioni della società civile. Sono state avanzate accuse gravi e attendibili di tortura e altri maltrattamenti. Persone dell’opposizione, giornalist , difensor dei diritti umani e altru hanno subito indagini, procedimenti giudiziari e condanne infondati. A migliaia di persone richiedenti asilo è stato negato l’ingresso. Le aggressioni fisiche contro persone rifugiate, migranti e razzializzate sono aumentate. L’aggressione e il genocidio del popolo kurdo continua e si è intensificato ancora recentemente con i bombardamenti su Rojava.

In questa puntata prende parola Ayten Öztürk,  47 anni, giornalista e attivista socialista, è nata ad Antiochia in una famiglia che ha già perso tre membri per motivi politici. Ayten, dopo essere stata più volte arrestata e torturata, ha deciso di trasferirsi in Siria dove è rimasta per dieci anni. Nel 2018, a causa della guerra, ha cercato di raggiungere l’Europa attraverso il Libano, ma l’8 marzo è stata arrestata senza alcun preavviso all’aeroporto di Beirut e il 13 marzo consegnata ad agenti segreti turchi che con un aereo privato l’hanno riportata incappucciata in Turchia e rinchiusa in un centro di detenzione segreto.

Consegnata alla polizia turca il 28 agosto dopo 5 mesi è stata arrestata perché accusata, senza alcuna prova, di essere dirigente di una organizzazione rivoluzionaria e condotta nella prigione di Ankara in condizioni molto precarie. Il 10 giugno durante l’udienza purtroppo un testimone l’ha ingiustamente accusata di essere stata presente ad un linciaggio. Ayten infine è stata comunque rilasciata in attesa di un verdetto definitivo che dovrà o meno confermare la condanna a due ergastoli. Da allora è agli arresti domiciliari e le è stata messa una cavigliera elettronica.

Con Ayten partecipano Lerzen che ci aiuterà nella traduzione, Liliana Ciorra dell’Anti -İmperialist front in Italia e del comitato Non sono 11 e Michela Arricale del CRED (centro ricerca ed elaborazione per la democrazia)

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TRANSfemmINonda del 10/12/2022 – La Turchia nell’incubo dittatoriale

immagine interna di Gianluca Costantini

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