Yesterday’s Papers: Assange è libero!

Mercoledì 26 giugno 2024: Assange è libero!

a cura di Michela Arricale

 

Il 25 giugno ha lasciato il carcere di Belmasrsh dove era rinchiuso in isolamento da 5 anni, perseguitato per aver fatto emergere la verità cruda di alcuni dei fatti più rilevanti della nostra storia contemporanea.

E’ grazie a lui che abbiamo le prove di alcuni dei crimini di guerra e delle  manipolazioni,  le strategie e i disegni di potere messi in atto dal nostro illustrissimo tiranno egemone, gli Stati Uniti d’America.

E soprattutto, le abbiamo sapute in tempo reale mentre accadevano o erano appena acacdute, mentre l’apparato di potere che l’aveva messa in atto ancora era lì a muovere i fili, quando la conoscenza di certe informazioni può ancora cambiare il corso degli eventi.

Far emergere i fatti, il lavoro del giornalista.

E attraverso Assange hanno proprio voluto minacciare ed avvertire, con metodo che in altri contesti chiameremmo mafioso, tutti i giornalisti non allineati. Hanno usato tattiche di lawfare, e cioè hanno usato- o meglio abusato-  il diritto –o meglio la giurisdizione, il tribunale- come un arma di guerra per annichilire un oppositore politico.

Hanno mantenuto solo la struttura ma lo hanno svuotato di ogni contenuto, manipolando ogni legge e violando ogni minimo standard del giusto processo e del diritto di difesa.

Un processo politico. Mero dispositivo di potere a tutela dell’ordine costituito

Scusate se taglio le informazioni con l’accetta, ci sarebbero tante cose da dire su questo, ma ce ancora dell’altro, in questo momento più importante.

Prima di tutto mera cronaca: noi festeggiamo, ma assange ancora non è tecnicamente libero.

È fuori dal carcere ed è  in volo verso casa, certo. Ma prima c’è un piccolo particolare da espletare: deve firmare il patteggiamento che è stato costretto ad accettare davanti ad una Corte USA.

E tutto questo verrà fatto in un posto che si chiama SAIPAN, territorio US nel Pacifico, oggi 26 Giugno.

Ehj si, perché Assange è libero, ma non ha vinto, è stato costretto a dichiararsi colpevole di cospirazione ai sensi della legge sullo spionaggio del 1917, e dovrà dichiararsi colpevole  di aver complottato per “ricevere e ottenere” documenti segreti, e “averli comunicati  intenzionalmente” a persone non autorizzate a riceverli (nel caso di Assange, intendono il pubblico), un crimine che i giornalisti commettono praticamente ogni giorno.

Certo, il patteggiamento non crea un vero precedente,  ma ciò non significa che questa ammissione di colpa non incoraggerà altri procuratori – statunitensi o non-  con una qualche ossessione nei confronti della stampa. Vedranno questo caso come un successo.

Ed in effetti è un gran successo, vincono tutti: vince Assange certamente, che è fuori dal’orrido carcere di Belmarsh e fuori dalle mire giurisdizionali degli US, e libero.

Un successo per BIDEN, che in un colpo solo:

1)accontenta le richieste australiane, alleato fondamentale nel Pacifico

2) elina il rishcio di perdere il processo per l’estradizione, si assicura una condanna e elimina un’argomento spinoso dalla campagna elettorale

Vinciamo tutti insomma, ma perdiamo pure un pochettino, perché da oggi il giornalismo è un crimine.

Sia chiaro, non biasimo nemmeno per un istante Assange per aver accettato di patteggiare, nelle sue condizioni io mi sarei dichiarata colpevole pure di aver crocifisso Gesù o di aver fornito Nerone di fiammiferi e benzina, figurati!

Sappiamo benissimo che quella ammissione di colpevolezza non vale la carta su sui sarà stampata, ed è solo un atto interno alla giurisdizione degli Stati Uniti…eppure troveranno il modo di usarlo contro di noi….

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