Yesterday’s Papers – La morte di Raisi e la strage di Rafah

Martedì 20 maggio 2024: La morte di Raisi e la strage di Rafah

a cura della redazione di RadioGrad

 

Per l’ennesima volta il mondo, una volta saputo dello strano incidente occorso al presidente iraniano Raisi e alla sua delegazione, ha tenuto il fiato sospeso.

In molti infatti hanno pensato all’ennesimo intervento (esplicito o implicito) di Israele e dei suoi alleati che sebbene abbiano categoricamente smentito ogni coinvolgimento non hanno fugato ogni dubbio.

Il fatto che il presunto incidente sia avvenuto ai confini con l’Azerbaijan, paese alleato e partner militare proprio di Israele, di per sé induce a pensare “male”.

Infatti, la brama di morte di Israele continua senza sosta con una strage di 30 civili a Rafah, in un luogo in cui, secondo l’UNRWA sono stipati in condizioni disumane quasi un milione di uomini, donne e bambini allo stremo.

Gantz inizia esplicitamente la procedura di autonomizzazione da Nethanyau a cui chiede di presentare un piano entro ll’otto giugno senza di cui lascerà il governo, allineandosi così con Biden.

Quest’ultimo, sotto la spinta popolare e universitaria, continua con la sua opportunistica ambiguità, da una parte minacciando Nethanyau di non inviare più armi in caso di invasione di Rafah, dall’altra accettando – seppur indirettamente – che la classe di cui lui è rappresentante richieda – come riportato dal Washington Post – al sindaco di New York di forzare la mano della polizia contro i manifestanti delle università locali, cercando di “sovvertire” la narrativa della guerra a favore di Israele.

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