Parallelo Palestina – AL ARD FILM FESTIVAL
PREMIAZIONE ” AL ARD FILM FESTIVAL” – A CURA DI GABRIELLA GRASSO
Sabato 24 febbraio 2+24 si è chiuso il sipario sulla 20a edizione dell’Al Ard Film Festival, lasciando dietro di sé una scia di esperienze cinematografiche indimenticabili. Dalle meraviglie animate agli avvincenti documentari, il festival ha messo in mostra l’ampiezza e la profondità dell’abilità narrativa sulla Palestina e sul mondo arabo da tutto il mondo.
- Miglior cortometraggio di finzione
Uncle Give Me a Cigarette
Un corto di 5′ realizzato in stop motion, ma raccontato in modo semplice e originale da 14 ragazze di età compresa tra i 10 ei 17 anni che hanno partecipato al workshop organizzato dall’Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi.
- Miglior cortometraggio documentario
Heavy Metal
È il film sulle atlete di sollevamento pesi. Premiato per la dolcezza e l’intensità dei ritratti, per la determinazione e il coraggio con cui le protagoniste inseguono i propri sogni, nonostante le dure sfide che la società e la vita possono imporre all’interno di un campo profughi. Per la forza e la speranza del messaggio che racconta una storia di tenacia ed emancipazione.
- Miglior film documentario
All’ombra di Beirut
Mostra la drammaticità della vita all’interno del campo profughi di Shatila, raccontando le storie di alcuni abitanti. L’uso efficace della cinematografia rivela una forte sensibilità e capacità di osservazione da parte dei registi.
- Premio del pubblico è andato a
Reel Rock: Resistance Climbing
Il film ha suscitato una grande empatia e carica liberatoria in chi l’ha visto condividendo quelle arrampicate nella situazione del conflitto permanente sotto l’occupazioneRAADI
Menzioni Speciali della Giuria sono state assegnate a
- nella categoria cortometraggi di finzione
The Key, un corto di 19′ per la sua narrazione avvincente.
- nella categoria cortometraggi documentari
Little Sahara, per la sua narrazione accattivant
- nella categoria lungometraggi documentari
The Soil and the Sea (La terra e il mare), 73‘,
per il suo ritratto penetrante delle complessità della vita e ci inchioda alla consapevolezza quando, umani, scegliamo la morte per risolvere il conflitto.